Friuli Venezia Giulia (UD/GO/TS) – KM 210 – Gemona del Friuli – Cividale del Friuli – Sacrario del Monte San Michele – Palmanova – Aquileia – Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo – Grotte Gigante
Un viaggio affascinante che tocca le Grotte Gigante, la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo e luoghi unici come Aquilea, la città a stella.
Oggi si parte da Sutrio, che è stata la nostra base logistica per tutti i giorni dedicati alla meravigliosa Carnia, e ci dirigiamo verso il Carso, verso i luoghi della Grande Guerra e verso la natura incredibile, dove ci attende anche un viaggio al centro della terra… J
Prima tappa è Gemona del Friuli (UD), che sorge ai piedi delle Prealpi Giulie, alla modestissima altitudine di 272 m s.l.m. Punto di snodo fondamentale per tutti i tragitti che dall’Adriatico avevano come destinazione i valichi alpini nord-orientali, nel 611 era considerata un castello inespugnabile. Divenuta poi Comune libero nel XII Sec., fu anche molto importante tra il XII e il XIV Sec. come centro di traffici commerciali. Nel 1935 ebbe la denominazione di Gemona del Friuli, e nel 1976 fu rasa al suolo dal terribile terremoto che colpì la regione. Successivamente venne ricostruita mattone per mattone con criteri antisismici. Monumento principale della città è il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, con la Torre campanaria.
Entrambi distrutti dal terremoto del 1976 ed entrambi ricostruiti in loco pezzo per pezzo. In questo territorio sorgono diverse altre chiese e il castello, ma noi ci fermiamo solo il tempo di un caffè e ripartiamo per la seconda tappa. Durante il tragitto il panorama cambia notevolmente: passiamo dai boschi e dalle strade tortuose alla piana meno verde e con strade più dolci a veloce percorrenza.
Arriviamo a Cividale del Friuli (UD), fondata dall’Imperatore Giulio Cesare e divenuta capitale longobarda del Friuli, anche se la presenza umana in questi luoghi risale già all’età del ferro.
I passaggi di “proprietà” nel corso dei secoli sono stati molteplici, e Cividale è stata oggetto di cessioni e di acquisizioni anche in occasione di importanti accordi, come ad esempio la Pace di Worms e il Trattato di Campoformido. Purtroppo nemmeno in epoca più recente può vivere in pace. Durante la Grande Guerra infatti rimane danneggiata dai bombardamenti seguiti alla disfatta di Caporetto, passa in mano Austriaca per poi essere riconquistata dall’Italia nell’ottobre del 1918 con la vittoria sul Piave.
Dopo un relativo periodo di quiete, arriviamo alla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale Cividale del Friuli viene annessa al III Reich e diviene luogo di stanza per truppe Cosacche e Calmucche, alleate dei tedeschi. Qui si svolgono sanguinose battaglie militari e civili, molti sono i partigiani perdono la vita, e per queste motivazioni, Cividale è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché insignita della Medaglia d’Argento al Valor Militare per i sacrifici patiti durante la seconda guerra mondiale. Ma Cividale del Friuli è anche Ponte del Diavolo, che sorge come attraversamento del fiume Natisone.
È simbolo della città e il nome proviene da una leggenda, la quale narra che i cividalesi decisero di chiedere aiuto al Diavolo per riuscire a terminare la costruzione. Costui acconsentì, a patto che la prima anima che avesse attraversato il ponte sarebbe stata sua. Accettato il patto, in una sola notte il Diavolo eresse il ponte, ma la mattina seguente i cittadini fecero passare sul ponte un animale. Il Diavolo così beffato, dovette accontentarsi dell’anima dell’animale, lasciando per sempre in pace i cividalesi, ma alcuni giurano di aver sentito dei grugniti provenire dal letto del fiume attorno al ponte…
Sino al XIII secolo vi era un passaggio in legno, frequentemente sottoposto alla furia distruttrice delle acque del fiume. Si decise quinti di sostituirlo con una più solida costruzione in pietra. La costruzione iniziò nel 1442, per proseguire sino al 1453, quando venne tolta l’armatura… ma non siamo ancora al termine lavori. Nel 1558 il ponte venne lastricato, e nel 1689 venne restaurato una prima volta. Un successivo restauro venne eseguito nell’anno 1836. La storia di questo ponte è però ancora molto lunga: abbattuto nell’ottobre 1917 durante i tragici eventi della ritirata di Caporetto nel tentativo, inutile, di ritardare l’avanzata del nemico, fu prontamente ricostruito, nelle stessa forma, dai tedeschi ed inaugurato già nel maggio del 1918. Singolare il fatto che sorge su un masso posizionato nel centro del fiume.
Da Cividale continuiamo il nostro viaggio dei ricordi nei conflitti mondiali, perché purtroppo, il Friuli è stato profondamente ferito da queste guerre, ma in realtà non si capisce quanto finché non si arriva al Sacrario del Monte San Michele (GO)…
Purtroppo questi luoghi furono teatro di numerose battaglie durante la Grande Guerra, e infatti, ancora oggi la zona tra Fogliano Redipuglia e Sagrado è disseminata di trincee, camminamenti, caverne e gallerie nonché di molti piccoli monumenti spontanei sorti dopo il conflitto. Il San Michele viene anche citato nel componimento “Sono una creatura” del famoso poeta ermetico Giuseppe Ungaretti, che partecipò al dramma di questa guerra. Qui potete visitare il Museo della Grande Guerra del Monte San Michele e vi prego, fatelo.
Sicuramente ne uscirete provati, non è una visita come le altre, ma serve per comprendere ciò che è stato, ciò che han vissuto gli italiani di quegli anni: la paura, la disperazione, il terrore, la morte. Impegnativo ma a mio avviso necessario. E personalmente ne sono uscita con una domanda: perché? Domanda la cui risposata forse è più raccapricciante della domanda… E se avete tempo. fate due chiacchiere con il militare che gestisce il museo… grande conoscitore dei fatti che hanno visto queste zone.
Potete anche fare un’escursione, con partenza a lato del museo, che si chiama Percorso dei Cippi: un sentiero caratterizzato dalla presenza di 53 monumenti commemorativi dedicati ai vari reparti (compresi quelli austro- ungarici) che hanno combattuto su questa altura fino alla Sesta battaglia dell’Isonzo e che in effetti è un vero e proprio museo all’aperto. L’idea nacque dopo che nell’ottobre del 1922 il Parlamento italiano aveva dichiarato il monte “Zona Sacra per fasti di gloria”.
E qui si chiude la parte di viaggio, mi vien da dire dovuta, alla tragedia della guerra e possiamo iniziare quella dedicata al lato opposto del Friuli, quello della vita e delle bellezze naturali, perché come già ho detto, questa meravigliosa regione è regina della dualità (in senso positivo ovviamente), ed è crogiolo di storia, natura, enogastronomia e molto altro.
Riprendiamo la moto per raggiungere Palmanova (UD), la famosa città stellata, che ha le mura di cinta a forma di stella (foto presa da internet – vista aerea).
L’accesso alla città fortificata può avvenire unicamente dalle tre porte monumentali: Porta Aquileia o Marittima, Porta Cividale e Porta Udine.
Noi entriamo “trionfalmente” da Porta Cividale, che risale al 1605 e nella cui sommità ha sede il Museo Storico Militare. Le tre Porte sono gli unici edifici visibili dall’esterno e furono pensate per limitare e controllare gli accessi alla città in un’ottica di sicurezza. Oggi è possibile compiere un percorso (a piedi o in bicicletta) tutt’attorno alle mura di cinta.
Il cuore di Palmanova è la Piazza Grande, un grande spiazzo perfettamente esagonale nel centro del quale si erge un basamento in pietra d’Istria, dal quale s’innalza l’alto stendardo, da tempo immemorabile testimone delle vicende storiche della fortezza e simbolo della fortezza stessa, comunemente chiamato Mario dai Palmarini.
Da Palmanova, procediamo alla volta di un luogo storico e incredibile, Aquileia (UD), una città che è non solo il più importante sito archeologico dell’Italia settentrionale insieme a Ravenna e Brescia ma con Cividale del Friuli e Udine è stata anche una delle capitali storiche del Friuli, il cui vessillo deriva proprio dallo stemma di Aquileia.
Qui tutto è intriso di storia, ogni angolo parla di ciò che è stato… anche una semplice passeggiata in un parco è un’escursione nei secoli che furono… perché è l’Antico Parco Fluviale. In particolare, qui sotto vedete il viale alberato centrale e a lato le fondamenta dei magazzini di stoccaggio delle merci e il tratto iniziale delle strade lastricate perpendicolari alla riva che permettevano di trasportare i prodotti dalle banchine al Foro poco distante, dove venivano venduti.
L’Antico Parco Fluviale, visitabile gratuitamente percorrendo il suggestivo viale pedonale alberato denominato “Via Sacra”, ha l’accesso dall’odierna via Gemina, creato nel 1934 dopo lo scavo allo scopo di valorizzazione del sito, che un tempo era fulcro di attivissimi scambi commerciali.
In questa parte della città potrete godere di pace e sdraiarvi sull’erba a lato del fiume per ammirare la natura che troneggia. Riprendiamo poi la visita dirigendoci decisi verso il monumento principale e più famoso di Aquileia, ossia la sua Basilica. L’inizio dell’edificazione della Basilica di Santa Maria Assunta risale alla volontà del Vescovo Teodoro, poco dopo l’Editto di Costantino, venne quasi completamente edificata fino al 1031. Le linee gotiche si devono alla ristrutturazione succeduta al terremoto del 1348.
Una piccola curiosità: il 26 ottobre 1921 nella Basilica di Aquileia fu scelta, tra quelle di alcuni militari non identificati caduti nella guerra 1915-1918 la salma del Milite Ignoto, poi trasportata a Roma e deposta nella tomba del complesso monumentale del Vittoriano, a piazza Venezia, il 4 novembre successivo. I corpi degli altri soldati furono sepolti nel cimitero adiacente alla Basilica, nella “Tomba dei dieci militi ignoti”. Separato dalla Basilica, è stato edificato nel 1031 anche il campanile, alto ben 73 metri che fu d’ispirazione per le successive costruzioni friulane e istriane.
Da Aquileia ci attende poi un breve tragitto verso la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo (GO) attraverso una pianura molto rilassante, con grandi spazi, che man mano si incunea sempre più verso il punto nel quale l’Isonzo di tuffa nel Mar Mediterraneo. Questa riserva è incastonata nel golfo di Trieste, ed è costituita da un luogo assolutamente meraviglioso, che merita tempo e calma per essere assaporato a pieno. Se affrontate l’escursione vestiti da moto come noi consiglio caldamente il giro ad anello breve, per il quale vi servirà circa 1 ora, altrimenti potete fare il giro lungo di circa 3 ore. Imboccando un sentiero su passerella, potrete ascoltare il canto degli uccelli e il fruscio dei canneti accarezzati dal vento. Ma in questo luogo magico, disegnato da paludi d’acqua dolce, praterie umide, boschi e golene fluviali, potrete anche andare a cavallo e fare escursioni in barca, se lo desiderate. Dimorano qui anche alcuni branchi di cavalli Camargue.
In tutta onestà vi dico che la visita a questa riserva ci ha riconciliati col mondo… ti senti veramente legato alla natura, riscopri i ritmi lenti, il contatto con la vita, con i profumi, con i rumori… semplicemente bellissimo.
Ma dopo le meraviglie della superficie terrestre ci accingiamo ad ammirare le viscere della terra, dirigendoci verso la Grotta Gigante (TS), una grotta carsica, esplorata nel 1840 e aperta al turismo dal Club Turisti Triestini già nel 1908.
La Grotta Gigante è descrivibile con un solo aggettivo: suggestiva. La sua principale caratteristica è di essere la grotta turistica contente la sala naturale più grande al mondo: un singolo vano alto 114,3 metri, lungo 280 metri e largo 76,3 metri. Per questo motivo è inserita nel Guinness dei Primati dal 1995. Il percorso attrezzato per le visite turistiche è lungo 850 metri e consente di raggiungere la profondità di 101 metri sotto la superficie e le visite guidate durano circa un’ora.
L’accesso si trova all’interno della moderna struttura del centro accoglienza visitatori, inaugurata nel 2005, che ospita anche il Museo scientifico speleologico, spazi per le attività didattiche rivolte alle scuole, la sala d’aspetto, dove i visitatori possono attendere comodamente l’inizio delle visite guidate alla grotta. Nel 1997 è stato costruito un nuovo percorso che consente di sfruttare come uscita l’ingresso naturale da cui scesero i primi esploratori nel 1840, e proprio qui potrete vedere i mezzi che venivano utilizzati dagli speleologi dell’epoca… in corda e legno!
Posso anche dirvi che le guide sono veramente ottime, e sanno rispondere a tutte le domande poste. È una visita non solo affascinante, ma anche molto istruttiva.
Ebbene, con la Grotta Gigante si conclude il viaggio nel Carso, ma vi fornisco un paio di informazioni per le spiagge, che in questa zona sono scarse e sassose. Potete andare a Duino, dove è visitabile anche il castello, e alla sera un bel giretto nella lussuosa Sistiana, un porto ricreato da un gruppo di industriali russi a replica di Portofino… (ma i prezzi dei bar per un caffè o un gelato sono normalissimi). Al prossimo viaggio.
Info strade
Strade in condizioni buone, soprattutto nella parte alta, quella della Carnia. Nel Carso invece peggiorano decisamente.
La parte alta del percorso è molto divertente per la guida, perché sono presenti strade con belle curve e panorami. Man mano che si scende il piacere di guida è più rilassato, poiché siamo in pianura o al massimo a bassi dislivelli, ma c’è compensazione per i bellissimi paesaggi. Vi godrete il viaggio in ogni momento.
Nessun problema per il rifornimento del carburante.
Dove dormire
Hotel Pahor – via 1° Maggio, 14 – Doberdò del Lago (GO ): albergo a gestione familiare di recentissima apertura (2015). Nasce dall’amorevole ristrutturazione di un vecchio edificio, e tutto qui parla della storia del carso, grazie alla grandissima passione messa dal proprietario e dalla famiglia. È possibile soggiornare in solo B&B oppure approfittare del ristorante dell’albergo a un conveniente prezzo di convenzione per i clienti, a menù fisso con possibilità di scelta tra piatti diversi segnalati dal cameriere. Consigliatissimo. Noi tra l’altro abbiamo cenato fuori, con candela e musica soffusa… bellissimo davvero. Unica pecca la colazione non esattamente frugale, ma compensata decisamente dalla pulizia impeccabile delle camere e dall’arredamento rustico/elegante molto confortevole. Bagni spaziosi, così come le docce. Riordino e pulizia camera assolutamente impeccabili.
Dove mangaire
Pasticceria mosaico – Piazza Capitolo, 17 Aquileia (UD): accanto alla Basilica, trovate un ottimo gelato artigianale, un pregevolissimo banco pasticceria e un angolo cioccolateria/pralineria spettacolare.
Melon’s Club – Viale Stazione, Aquileia (UD) – trovato per caso, è un chiosco stagionale che vende meloni e angurie da assaggio a pezzi (tra l’altro buonissime e freschissime), ma non solo… provate i panini e le bruschette, buonissimi, e accompagnate il tutto con la birra artigianale al coriandolo… spettacolare!
Caffè San Marco – Via Boiani, 7 – Cividale del Friuli (UD): per mangiare un boccone o prendere un aperitivo sotto un portico storico, guardando la statua di Giulio Cesare. E fra l’altro i panini sono buonissimi, accompagnati a salsine fresche e golose.
Ristorante Vistamare – c/o Parco Caravella – Sistiana Mare – Duino Aurisiana (TS): è il ristorante della cena di anniversario… location chic, accurata e con una vista mare meravigliosa. Se passate almeno il giorno prima potete prenotare un tavolo che dà direttamente sulla spiaggia sottostante. Cibo decisamente di ottimo livello per qualità, presentazione e gusto. Personale molto gentile e professionale. Inoltre i piatti proposti sono da livello di ristorante di classe, quindi con abbinamenti anche particolari e azzeccatissimi (es. gamberi e melone bianco).
Informazioni utili
Grotte Gigante – Via di Donata, 2 – Trieste – tel/fax 040.327312
Parco Naturale della Foce dell’Isonzo – 34079 Staranzano (GO): potete trovare tutte le informazioni per escursioni a piedi, a cavallo, in bicicletta, i prezzi e molto altro. A lato vedete lo stralcio della cartina, in modo che abbiate i punti di riferimento per arrivare al centro visite, che non è proprio comodo, né tanto meno molto indicato…
Vini Puntin Aquileia – L’azienda agricola, dove potete acquistare anche direttamente è in Via San Zili, 14 Aquileia (UD) – cell. 333.8632648
Aquileia– questa città, che è un museo a cielo aperto, ha alcuni spazi visitabili al coperto, da non perdere:
- Museo Archeologico nazionale di Aquileia
- Basilica di Aquileia
- Museo della Grande Guerra del Monte San Michele
- Percorso cippi del Monte San Michele
Sapori di Storia – Storia di Sapori – Palmanova – a maggio: stand eno-gastronomici, esposizione di prodotti di aziende del territorio, fiera-mercato
Rievocazione storica – Palmanova – la seconda domenica di luglio: si svolge dagli anni settanta e commemora il primo innalzamento del gonfalone con l’emblema del leone marciàno, avvenuto il 22 luglio 1602, al centro della piazza d’arme, in occasione del SS. Redentore, compatrono della città.
Fiera dei sapori Friulani – Palmanova – a ottobre: stand enogastronomici con esposizione di prodotti di aziende del territorio, pedalata dei sapori, Luna-Park, fiera-mercato.
Museo Storico Militare di Palmanova – con sede nella parte alta di Porta Cividale
Prodotti tipici
- Olio extravergine di oliva
- Asparago bianco del Friuli Venezia Giulia
- Cevapcici (preparazione di carne trita)
- Gubana (dolce tipico delle valli del Natisone)
- Biga (pane tipico triestino)
- Pinza triestina (dolce tradizionale)
- Porcaloca (prosciutto di carni d’oca e di maiale)
- Grappa friulana
- Petto d’oca affumicato
- Putiza (dolce tipico, simile alla Gubana)
- Salame d’oca giudeo
- Tabor (formaggio del Carso triestino)
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