In moto nel modenese delle meraviglie

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Emilia Romagna (MO) Km 83: Vignola – Salse di Nirano –Cascate del Bucamante – Serramazzoni  – Parco dei Sassi di Roccamalatina – Zocca

Un percorso alla scoperta delle terre della provincia di Modena, in luoghi poco conosciuti, come le Salse di Nirano o il Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, fino ad arrivare all’Appennino, a casa di Vasco Rossi

Questo viaggio inizia ai piedi delle colline modenesi, nella culla della ciliegia mora: Vignola(MO).  Pare che il nome sia di origine romana e significhi piccola vigna, poiché zona di coltivazione, appunto, della vite, e in effetti a tutt’oggi, qui si produce anche dell’ottimo Lambrusco. Ma quando si dice Vignola la mente va immediata alla sua Rocca…

La data di costruzione presunta risale all’età carolingia, poi nel 1401 Niccolò III d’Este, signore di Ferrara, diede in dono il feudo di Vignola al nobile Uguccione dei Contrari. Da qui l’aspetto della Rocca iniziò a cambiare radicalmente. I proprietari successivi furono svariati, incluso il figlio naturale di Papa Gregorio XIII sino ad oggi, con la cessione alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Vignola.

Proseguendo nella visita si trova anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta.

Sempre in pieno centro, in piazza dei Contrari, si erge Palazzo Contrari, un elegante palazzo rinascimentale, non particolarmente originale visto da fuori, costruito tra il 1560 e il 1567, su ordine di Ercole Contrari il Vecchio e su progetto del grande e laborioso architetto vignolese Jacopo Barozzi, ecco perché il palazzo è conosciuto come Palazzo Barozzi. Al suo interno la famosa scala a chiocciola decorata con dipinti a tempera, dalla perfetta forma a chiocciola.

Vicino a Palazzo Barozzi troviamo anche la Torre Galvani, in particolare qui siamo alla fine di via Garibaldi, e questo era l’antico accesso alla Rocca. La torre porta il nome della famiglia che ne volle la costruzione per completare la rete fortificata delle mura a protezione della città.

Lasciamo ora la città della ciliegia mora per percorrere in moto un breve tragitto, di circa 30 minuti per arrivare alla Riserva Naturale delle Salse di Nirano (MO), un luogo che scoprii molti anni fa grazie a mio padre, dal quale ho sicuramente preso il desiderio di scoprire il territorio in ogni suo angolo, e luogo che ho voluto riscoprire anche in moto con mio marito.

Ma vi chiederete cosa sono le Salse? Ebbene, nulla hanno a che vedere col cibo, infatti sono in pratica, dei piccoli vulcanetti.

Sono creati dalla risalita dal sottosuolo di fango argilloso freddo misto ad idrocarburi, che seccandosi edifica coni dall’aspetto vulcanico alti fino ad alcuni metri. La crescita di questi vulcanetti è in equilibrio tra il continuo apporto di fango dal sottosuolo ed il loro dilavamento operato dalla pioggia.

La Riserva Naturale Salse di Nirano è stata la prima riserva regionale ad essere istituita in Emilia-Romagna. Nel silenzio potrete ascoltare il borbottio delle bolle che arrivate in superficie rilasciano il gas.

Il percorso all’interno del Parco si fa tranquillamente a piedi senza particolari problemi, e inoltre ci si trova immersi nella natura e nella pace.

Lasciando il territorio delle Salse si procede verso Serramazzoni.

Pochi chilometri prima dall’abitato, alla nostra sinistra, incontriamo le indicazioni per le Cascate di Bucamante, piccole e graziose, valgono certamente una visita. Parcheggiamo sullo sterrato e percorriamo una breve strada ghiaiata a piedi (che a bologna si chiamerebbe cavedagna), fino ad arrivare ad un bivio.

Decidiamo di andare a destra, percorrendo il sentiero di Titiro. Ebbene, non porta assolutamente alle cascate, ma va benissimo se volete farvi una passeggiata molto corroborante nel bosco. Il sentiero è perennemente in salita, un po’ da caprette in effetti, ma fattibile, dato che noi l’abbiamo percorso bardati da moto, quindi con quei 5-6 chili in più per colpa dell’abbigliamento. Alla fine si arriva ad una radura con erba alta e una costruzione diroccata, quindi nulla che valga la pena di essere visto. Un lato indubbiamente positivo c’è però: la meravigliosa flora che abbiamo incontrato. Un esempio lampante è l’elleboro selvatico.

Incontriamo anche molte altre varietà di piante, fra le quali anche un caprifoglio selvatico, del pisello selvatico, del geranio nodoso e ovviamente dell’edera, che nei nostri boschi non manca mai.

Per arrivare finalmente alle cascate dobbiamo però tornare indietro e prendere il sentiero Odina…e dopo meno di cinque minuti… eccole…

Il Rio Bucamante scorre nell’omonima vallata, ed è un affluente del Torrente Tiepido. Le cascate, come potete vedere dalle foto, sono dei piccoli salti d’acqua, che grazie alla circostante vegetazione rigogliosa, risultano a mio parere suggestive. Ma legata a questi luoghi c’è anche una leggenda che narra di un amore contrastato che si conclude ovviamente in modo tragico. Si narra che tanto tanto tempo fa, nel castello di Monfestino vivessero il padre Guidobaldo, la madre donna Elvira e la bella figlia Odina, diciassettenne. La famiglia era nobile, e Odina era ovviamente destinata ad un matrimonio altolocato. Un giorno, durante una delle sue amate passeggiate, Odina incontra un giovane e piacente pastore di nome Titiro, che stava pascolando le sue greggi ai piedi del monte. Lo sguardo che rivolsero l’uno all’altra fu l’attimo fatale in cui si innamorarono perdutamente. Odina riuscì ad incontrare il suo amato molte volte, eludendo la sorveglianza operata dai domestici del castello, ma un giorno, la domestica Fiorina li scoprì e informò donna Elvira d’aver visto Odina abbracciata al pastore Titiro. Come ovvio Odina venne rinchiusa nel castello, così che dimenticasse l’innamorato. Il destino beffardo volle però che una mattina i carcerieri di Odina dimenticassero di chiudere a chiave la stanza della ragazza, così lei riuscì a raggiungere Titiro nei boschi. Ma i due giovani sentirono dietro di loro l’abbaiare dei cani che li cercavano, sotto il comando dei domestici. Sconfortati e sopraffatti dalla paura i giovani innamorati decisero di gettarsi nella cascata abbracciati.

Quando i servi li raggiunsero, videro il terribile gesto: i corpi esanimi di Odina e Titiro giacevano in una buca creatasi sotto il peso dei loro corpi. Da qui venne il nome di Bucamante, cioè di buca degli amanti, per ricordare i due sfortunati innamorati.

A 15 minuti scarsi di viaggio rispetto alle Cascate di Bucamante troviamo Serramazzoni (MO), un piccolo abitato di montagna la cui costruzione della prima via risale al 1749. Dopo molti anni, nel 1860, l’antico gruppetto di poche case, denominato come Serra de Ligorzano diveniva Comune a tutti gli effetti, a seguito del trasferimento dello stesso da Monfestino a Serramazzoni appunto. Singolare il fatto che l’originario comune, ossia Monfestino sia oggi frazione dell’allora micro borgo, ma c’era un motivo: Monfestino aveva perso la sua importanza strategica sul territorio.

Ma qui passiamo solamente, perché la prossima tappa vera… dobbiamo infatti raggiungere il Parco dei Sassi di Roccamalatina (MO). Per raggiungerli i Sassi, arriviamo in località La Tagliata e prendiamo Via Chiesa, subito dopo il distributore di benzina, e successivamente via Fosse Ardeatine (passiamo sotto ad un arco e andiamo a destra). Durante il percorso un assaggio dei Sassi…

La meta è il Borgo dei Sassi, dove ha sede l’ufficio informazioni. Una volta parcheggiato eprcorriamo un sentiero di pochi metri percorrendo il quale si ha subito la vista sui Sassi di Roccamalatina. Il parco è Costituito da 2300 ettari di territorio protetto, il Parco è percorso da oltre 100 km di sentieri transitabili a piedi, a cavallo o in bici. I torrioni che vedete hanno un’altezza di 70 metri e si sono creati grazie alla tipologia del terreno, costituito da arenarie. All’inizio della stradina che conduce al sentiero, dove troverete anche l’ufficio informazioni, c’è questa graziosa chiesetta in pietra (foto sotto a sinistra) e una fontanella per dissetarsi.

 Al  termine del sentiero ci accoglie la Chiesetta in pietra e accanto una fontanella per dissetarci. Poco più avanti notiamo il Sasso della Croce, e in basso notiamo i gradini scavati nella roccia che consentono la scalata alla vetta, che può essere fatta pagando pochi euro e armandosi di coraggio, ma soprattutto lasciando le vertigini a casa… io mi sono rifiutata, mentre Luca è andato, e pare che la vista sia molto bella… a voi l’ardua scelta.

E per chiudere in  bellezza la giornata, non resta che andare a trovare Vasco nella sua città natale… Zocca (MO). Per arrivare attraversiamo un altro poco di colline, con strade dall’asfalto non proprio ottimo, ma molto belle per panorami e curve. Zocca è situata a 759 mt s.l.m. e ha ottenuto la Medaglia d’oro al merito civile per la strenua lotta contro il fascismo nei primi anni venti del secolo scorso. Usualmente, i motociclisti parcheggiano in Piazza Martiri della Libertà, con tanto di vista panoramica.

La sua origine è da ricercarsi nel Medioevo, periodo nel quale è stata una base fondamentale per gli scambi commerciali.

In questi anni i commercianti mettevano un ciocco di legno spezzato a metà nel centro del paese, e lo usavano per sedersi e discutere degli affari. Dato che in dialetto tronco di legno si dice “zoca” ecco spiegata l’origine del nome. Quella che vedete a lato è la via centrale del paese, al termine della quale troverete la piazza della foto sopra.

Zocca è infatti la patria della crescentina, che un tempo veniva cotta nel camino tra foglie di castagno. Proprio nella via principale trovate un negozio che le vende fatte al momento… buonissime, uno street food decisamente fantastico! Per evitare confusioni che potrebbero insorgere, è bene che io faccia una precisazione doverosa: a Bologna la crescentina è lo gnocco fritto, invece qui (che per altro siamo in provincia di Modena) si intende come tigella.

E qui, dal cuore delle colline modenesi, si conclude anche questo viaggio, rigorosamente su due ruote.

 

Info strade

Le strade sono mediamente in buone condizioni. Non particolarmente larghe quelle che si inerpicano verso la collina, risultano invece agevoli le strade extraurbane  di collegamento in pianura.

È comunque necessario prestare attenzione perché in alcuni punti possono essere presenti dissesti del manto stradale.

La parte dei Sassi verso Zocca non è molto bello, ma in compenso le curve e i panorami sapranno rallegrarvi sicuramente.

 

Dove mangiare

  • Osteria Ca’ Del Capitano – Via della Riva, 59 – Serramazzoni (MO) – tel. 0536 955439: preferibile la prenotazione dal giovedì alla domenica… Consigliate le tagliatelle al tartufo bianco, e le tagliate. Per i dolci veramente deliziosa torta caffè e cioccolato con crema al rum e la millefoglie con crema e amarene.
  • Osteria dal Cinon – via M. Tesi, 1268 – tel. 059.986587 – Zocca (MO): locale piccolo ma con cucina di qualità.

 

Informazioni utili

    • Sagra Della Polenta –  Serramazzoni – prima domenica di ottobre.
    • Rievocazione Medievale Di Monfestino – Serramazzoni – terzo fine settimana di luglio.
    • Festival Del Letame – fine giugno.
    • Mostra Della Tigella –  località Samone – esposizione permanente che illustra i cicli di lavoro inerenti la produzione degli strumenti e del cibo.
    • Museo Del Castagno E Museo E Laboratorio Del Borlengo località Ospitale di San Giacomo (a 4 km da Zocca)
    • Parco Dei Sassi Di Roccamalatina tutti i percorsi (a piedi, in bici, a cavallo) sono visionabili e scaricabili sul sito.

 

Prodotti tipici

  •  Tigelle
  • Pesto modenese
  • Tortellini
  • Ciliegia mora di Vignola
  • Marrone di Zocca

 

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