(tutte le foto sono prese dal web)
Come tutti sappiamo, le api sono il motore del mondo, perché grazie all’impollinazione sono “causa” della rigenerazione della vita floreale. Senza contare ciò, sono anche il polso di salubrità del nostro pianeta, in quanto esserini particolarmente sensibili all’inquinamento. Oltre a tutto ciò sono preziose anche per molti regali che ci fanno, dalla propoli al miele alla pappa reale… ed è proprio di quest’ultimo che oggi vi voglio parlare.
Come si crea il miele?
Le api bottinatrici (chiamate così per la loro capacità di fare “bottino”), vanno a caccia di nettare tra primavera ed estate fanno incetta di polline, che raccolgono immagazzinandolo nelle loro zampette per poi fare ritorno all’alveare più e più volte nel corso della giornata. Qui le api operaie depongono il polline in celle esagonali che fungono da dispensa (i favi). Mentre vanno di fiore in fiore rilasciano polline con cui sono precedentemente entrate in contatto contribuendo a mantenere vitale l’habitat (come poco fa accennato).
Le materie prime per fare il miele sono “reperite” direttamente dalle api: il nettare dei fiori o la melata (una sostanza zuccherina prodotta dal metabolismo di afidi e altri piccoli insetti che si nutrono della linfa delle piante) sono raccolti dalle api bottinatrici, operaie specializzate che, tornate all’arnia, passano il “bottino” (da qui il nome) alle compagne operaie. Poi nell’alveare ci sono le api ventilatrici, altre api specializzate, che creano correnti d’aria hanno lo scopo di fare evaporare l’acqua dal miele e di regolare l’umidità dell’alveare. Questo impianto di condizionamento naturale abbassa la temperatura dell’ambiente e la mantiene costante. L’alveare risulta essere un nucleo perfettamente organizzato ed efficiente. Ricordiamoci anche le api però sfruttano il miele che producono per nutrirsi nel periodo invernale… quindi bisogna sempre lasciargliene a sufficienza a disposizione.
Differenza tra miele di nettare e di melata
Sembra più difficile di quel che è spiegarlo… il miele di nettare è quello prodotto, appunto, da raccolta del nettare, cioè del polline dei fiori, mentre quello di melata viene dalla raccolta di una sostanza zuccherina prodotta dal metabolismo di afidi e altri piccoli insetti che si nutrono della linfa delle piante.
Sai perchè è meglio il miele italiano?
In molti Paesi extraeuropei sono consentite percentuali di antibiotico nel miele e negli altri prodotti dell’arnia, come pappa reale e propoli. Il problema diventa rilevante di base, ma soprattutto se il Paese di provenienza è la Cina (maggior produttore mondiale di miele assieme a Europa dell’Est e America meridionale), dove l’uso di farmaci e antibiotici è pressoché sistematico per la prevenzione di eventuali malattie che possono colpire le api. Ricordo che i mieli di provenienza estera, che costano meno, sono molto utilizzati per le produzioni industriali di alimentazione e nella pasticceria, quindi attenzione.
Ora, soprassedendo sugli evidenti problemi ecologici e salutistici che balzano immediatamente alla mente relativamente al miele estero, vediamo invece cosa prevede la normativa italiana. La legislazione è decisamente severa e impone che il 100% di ciò che finisce nel vasetto sia ricavato dall’alveare, ma non solo, non sono infatti ammessi residui di sostanze chimiche, e gli OGM sono ammessi nella percentuale di tolleranza dello 0,9%.
Il miele biologico italiano (non è più legale la dicitura miele vergine integrale biologico) è ulteriore garanzia di qualità, poiché la produzione deve seguire un rigido disciplinare: arnie posizionate in luoghi dove in un raggio di 3 km le fonti di polline e nettare siano ottenute grazie a piante coltivate con metodi biologici e/o con flora spontanea;
non sono permesse cure con farmaci convenzionali e antibiotici, salvo in casi e quantità ben definiti; non è sottoposto a trattamenti termici o altri tipi di manipolazioni in fase di raccolta e invasettamento.
Il miele destinato all’industria viene invece pastorizzato (con trattamento che lo porta a temperature superiori ai 70-80°) ossia lavorato in modo che rimanga stabile nell’aspetto e nel colore durante la conservazione. Questo comporta un riscaldamento del prodotto che ne altera le proprietà nutrienti.
Ecco cosa troviamo sull’etichetta
- Sigillo di garanzia: deve essere presente sulle confezioni vendute al dettaglio quale tutela al consumatore che il contenuto non sia stato modificato in alcun modo.
- Indicazione dei valori nutrizionali: obbligatori dal 13 /12/2016 per l’entrata in vigore della relativa legge. Devono essere riportate in etichetta e verificate a monte tramite referto di laboratorio di analisi specializzato in alimenti e deve comprendere: valore energetico (kcal e kJ), grassi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale.
- Origine floreale: è un’indicazione facoltativa, ma regolamentata. Può essere inserita ma secondo dettami di legge, quindi avremo ad esempio ‘miele di acacia’ o ‘miele millefiori’…
- Indicazioni di legge: in etichetta devono essere presenti la denominazione di vendita, la quantità netta dell’alimento, il termine ‘da consumarsi preferibilmente entro fine (anno)’ oppure ‘da consumarsi preferibilmente entro (mese e anno)’ e infine il lotto.
- Provenienza: obbligatoria l’indicazione del Paese o dei Paesi di origine dove il miele è stato raccolto. Attenzione alle diciture ‘miscela di mieli originari dell’UE’ o ‘miscela di mieli non originari dell’UE’ che definiscono il fatto che l’origine non è italiana o non solo.
- Nome del produttore: obbligatoria la presenza del nome dell’Azienda produttrice e dello stabilimento di produzione e confezionamento.
Le scritte ammesse e non ammesse in etichetta
Le scritte ammesse per legge sono:
- miele
- miele di castagno
- miele di castagno del Monte Baldo
- miele in favo di acacia
- miele di nettare
- miele di melata
- miele di fiori
- miele scolato
- miele centrifugato
- miele torchiato
Le scritte non ammesse per legge sono:
- miele puro di api
- miele naturale
- miele espettorante di eucalipto
- miele antireumatico
- miele di prato
- miele di montagna
- miele vergine integrale (indicazione soppressa per colpa delle normative europee. E mi permetto di dire che è una cosa grave, che non consente di dare il giusto risalto al prodotto biologico di qualità).
Chiudo questo articolo con una riflessione: in un mondo inquinato quasi agli estremi nulla è veramente e perfettamente sano, Indipendentemente da questo, per la salute nostra e di chi ci sta vicino è bene scegliere comunque il meglio che il mercato può offrire, quantomeno per ridurre al minimo i rischi.