Tutte curve su due ruote tra le Dolomiti

viaggi 0 comments
print

Veneto (BL) Trentino Alto Adige (TN / BZ) – KM 178 – San Martino di Castrozza – Passo Rolle – Moena – Canazei – Passo Pordoi – Passo Sella – Ortisei – Cavalese

+ Visita Monte Rosetta

Imperdibile mototour tra il Passo Rolle, il Passo Sella e il Passo Pordoi con visita al Monte Rosetta.

Questo viaggio inizia in un caldo venerdì sera estivo. La meta è la fresca e aristocratica San Martino di Castrozza. la strada è scorrevole e molto gradevole, passa attraverso fitti boschi e costeggia corsi d’acqua.Come punto di partenza ho scelto Lamon (BL) per voi, perché sono rimasta affascinata dalle sue cascate, e inoltre il paesino è famosissimo per i deliziosi fagioli I.G.P.

Godetevi il percorso che vi regalerà panorami diversi e scorci indimenticabili ad ogni curva. Arrivati a San Martino di Castrozza (TN) decidiamo di dare un’occhiata al piccolo paese incastonato nella Valle del Primiero, all’interno del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino. Immagine simbolo è l’antica chiesetta dei Santi Martino e Giuliano, e proprio da qui parte la storia del paese, che affonda le proprie radici nella solidarietà religiosa… questi Santi avevano infatti istituito un rifugio per i viandanti che valicavano il  Passo Rolle per giungere in Val di Fiemme, ma ad oggi la chiesetta e il suo campanile sono le uniche strutture rimaste in piedi.

San Martino di Castrozza è divisa fra due Comuni: la porzione occidentale è sotto il Comune di Siror, mentre quella orientale è assoggettata al Comune di Tonadico. Dai primi del ‘900 diviene luogo turistico rinomato fra i signori bene dell’Impero Austro-Ungarico e nel corso degli anni successivi vede un felice sviluppo, con un miglioramento crescente dei servizi, fino a diventare, a ragione, la perla delle Dolomiti.

Naturalmente prima bisogna prepararsi adeguatamente, soprattutto perché il Trentino ha un tempo instabile, e bisogna essere sempre pronti… e dopo i preparativi si va in sella e si parte! Da qui inizia il percorso attraverso alcuni dei passi dolomitici più importanti.

Da San Martino iniziamo subito a salire per una strada fatta di tornanti stetti che gira attorno alla montagna nel pieno di un bosco verde e rigoglioso, dove si possono anche incontrare anche mucche al pascolo ai bordi della strada. Poi all’improvviso, la vista si apre sull’incanto del Passo Rolle (1984 metri s.l.m.).

Da qui si gode una meravigliosa vista sul complesso dolomitico delle Pale di San Martino, che abbracciano il Passo Rolle e lo fanno diventare suggestivo. Si respira un’aria fresca, pungente, pulita, quasi inebriante. In lontananza si sente il forte tintinnio delle mucche al pascolo.

Costruito tra il 1863 e il 1874, il Passo Rolle collega le Valli del Primiero e di Fiemme ed è sovrastato dal Cimon della Pala. Guardandosi attorno, sono ben visibili numerose gallerie e trincee risalenti alla Grande Guerra. In particolare sulla cima Cavallazza e sul monte Colbricòn. Sul monte Colbricòn, a pochi chilometri dal Passo Rolle, sono presenti due laghetti molto graziosi, che si possono visitare. Inoltre qui vengono addestrati gli equipaggi degli elicotteri del servizio aereo della Guardia di finanza alla Sopravvivenza in Montagna con corsi di 5 giorni, dove viene simulata la sopravvivenza a fianco di un mezzo aereo caduto in ambiente montano in condizioni meteorologiche estreme…

Prossima tappa è il mitico Passo Pordoi (TN/2239 m s.l.m.). per arrivarci percorriamo strade non particolarmente ripide ma con molti tornanti, fino a 27 se si parte da Canazei, e il gusto della guida non manca di certo!

Il Pordoi è diviso fra la provincia di Belluno e di Trento, ma l’evidenza è soprattutto nella qualità del manto stradale: il lato trentino ha un asfalto perfetto, assente la sporcizia a bordo strada e con slarghi nelle curve di tornante… il lato veneto ha invece un asfalto in condizioni non proprio eccellenti e la strada è decisamente più stretta.

Ad ogni modo, quando si arriva in cima il panorama è veramente bellissimo: da un lato il brullo della roccia del Sass Pordoi, dall’altro il verde della montagna, ricamato dai tornanti. Qui val la pena di fermarsi per un caffè anche per vedere passare un’infinità di due ruote di ogni tipo. Il Passo Pordoi (2239 metri s.l.m.) è posizionato fra il gruppo del Sella e quello della Marmolada. Congiunge la Val Cordevole con la Val di Fassa, e da qui si può raggiungere tramite funivia il Sass Pordoi, lo sperone più meridionale del Gruppo del Sella…

Per coloro che sono appassionati di storia, c’è la possibilità di visitare l’ossario presente nel versante veneto del passo, dove sono tumulati in una fossa comune , i resti di 454 caduti germanici e di 8.128 austro-ungarici caduti nel corso della Grande Guerra, provenienti dai vari cimiteri di guerra. Nei ripiani esterni sono invece tumulati, in tombe singole o combinate, i resti di 842 caduti tedeschi della Wehrmacht della Seconda Guerra Mondiale, provenienti dai cimiteri ubicati nella zona di Belluno. Al Pordoi c’è anche un monumento dedicato a Fausto Coppi. Questo passo è infatti stato tappa del Giro d’Italia per ben 13 volte dal 1965 ad oggi, ed è a tutt’ora meta amata dai biker motorizzati e non.

Il tempo di godersi la vista e di bere qualcosa di caldo, poi è tempo di ripartire. Ci dirigiamo verso Ortisei, terza tappa di questa giornata, e destinazione per il pranzo. Il percorso ci porta anche ad attraversare Canazei, grazioso centro abitato ai piedi del Passo Pordoi, dal lato trentino. A seguire si incontra Moena, famosa per il formaggio tipico, il Puzzone di Moena, e infine si attraversa il Passo Sella (2240 metri s.l.m.) che mette in comunicazione la Val di Fassa con la Val Gardena. Qui ci troviamo in una sorta di piccolo altopiano sul quale la strada si dipana delicatamente. Scendendo dal Sella si arriva ad Ortisei (BZ). Girando per il centro ci si accorge che i ristoranti propongono sistematicamente piatti a base di ortica… e la motivazione è presto detta: Ortisei significa infatti “luogo delle ortiche”.

Vigono una pulizia, una perfezione e un ordine rari e assolutamente tipici del Trentino. In centro sorge l’Hotel Posta Cavallino Bianco, uno dei locali storici di questo territorio. Pare che il maso che dette poi origine nei secoli all’attuale resort, sia del 1448.

Il servizio turistico è altissimo: accanto a dove abbiamo parcheggiato la moto c’è un pannello interattivo con foto, nomi e indirizzi di tutte le strutture alberghiere e di ristorazione presenti sul territorio, con tanto di possibilità di chiamata diretta e luce rossa o verde per indicare posti liberi ancora presenti o il tutto esaurito… più avanti di così!

Dopo aver gironzolato un po’ per il centro riprendiamo la moto e ci dirigiamo verso l’ultima tappa della giornata: Cavalese. La strada che percorriamo è molto bella: passa nei boschi, accanto a pascoli, si vedono i picchi rocciosi delle montagne, il tutto accompagnato da strade con curve godibilissime e un ottimo asfalto.

Cavalese (TN) è situata nella Val di Fiemme e vanta origini antichissime, che pare affondino addirittura nell’età del Bronzo. Nei secoli più recenti si è ampliata grazie all’attività produttiva legata alla lavorazione del legno, che in questi luoghi è ed è sempre stata molto forte. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu anche sede di forti scontri per la Resistenza.

Grazie alla vicinanza agli impianti di risalita del Cermis Cavalese è un luogo turistico molto apprezzato anche nel periodo invernale, tuttavia è legata a due tragedie: la prima nel 1976, quando due cavi della funivia si intrecciarono tranciando quello principale: morirono 46 persone. La seconda, e sicuramente la più vivida nella memoria di tutti, nel 1998, quando un aereo militare americano tranciò i cavi: morirono 20 persone.

Passeggiando per il centro si incontra anche la sede del Municipio il cui nome corretto è Palazzo della Magnifica Comunità.

Accanto si erge la Torre Civica, oggi simbolo dell’autonomia amministrativa cittadina. Nel tabernacolo ai piedi della Torre è stata posizionata, nel 1739, la statua di S. Giovanni Nepomuceno, posta lì a protezione dalle piene del fiume Gambis.

Purtroppo a questo punto bisogna ripartire, perché di chilometri per arrivare a San Martino di Castrozza ce ne sono ancora parecchi, anche se molto piacevoli. Questo giro porta via tranquillamente una giornata, soprattutto perché vede molte fermate, e meritano tutte di essere fatte. Se però avete un giorno in più da trascorrere in Trentino, potete andare a visitare i Monti Col-Verde e Rosetta. La funivia è appena fuori San Martino di Castrozza, e potete fare anche dei pacchetti che includono biglietto e pranzo al rifugio. Qui la vista durante la salita…

E uno scorcio laterale…

Dopo pochi minuti di risalita arriverete a Col-Verde e da qui potrete effettuare l’ultimo tratto, che vi farà arrivare sul Rosetta. Appena fuori dalla cabinovia la prima sensazione è di freddo, e considerate che siamo in luglio. L’aria è pulita, pungente, quasi tagliente. Il panorama è lunare, con grandi distese di neve e ghiaccio tra le quali si distinguono appena le rocce che vorrebbero spuntare.

Tenete presente che a luglio qui c’è ancora neve…

La vista verso la vallata è invece completamente diversa: foreste di abeti, prati e tanto verde, con piccole chiazze create dai centri abitati.

Per concludere degnamente la giornata, niente di meglio di una luculliana cenetta a base di trota fritta, polenta taragna con formaggio alla griglia e ovviamente si annaffia con del fantastico Gewürtz Tramiener… in compagnia dei miei genitori.

Info strade

Le strade sono larghe, perfettamente tenute e pulite. Completamente assenti ghiaina e sporcizia a bordo strada. Godibilissime dal punto di vista del puro gusto della guida, offrono a  ogni curva panorami mozzafiato. Non sono assolutamente in buone condizioni le strade che portano da Arabba al Passo Rolle, che è il lato veneto. Qui bisogna prestare una certa attenzione perché la strada è stretta e il manto stradale presenta svariate buche.

Dove dormire

Taufer Via Passo Rolle, 1 San Martino di Castrozza, tel. 0439.68146: è un residence in perfetto stile trentino. Gli appartamenti sono piccoli ma ben strutturati e puliti. C’è il cambio della biancheria quotidiano e per ogni necessità i proprietari sono sempre a disposizione. In particolare, il sig. Taufer è motociclista, quindi chi farà questo viaggio in moto potrà chiedere anche a lui dei consigli.

Hotel Tita Piaz – Streda de Pordoi, 38 località Pecol – 0462.602375: fantastico per chi vuole andare a sciare, è a 10 metri dalla funivia. È anche ottimo per chi desidera un albergo fuori dal caos. Le camere sono spaziose, di recente ristrutturazione e pulitissime. Colazione fantastica sia dolce sia salata.

Dove mangiare

Rifugio Maria: è situato sul Sass Pordoi, in una fantastica posizione panoramica, ed è dotato di terrazza –  qui trovate il listino prezzi.

Ristorante Vedl Mulin – Reziastr 142, 39046 Ortisei, Italia – tel. 0471 79608: i piatti del ristorante paiono molto buoni, anche se il rapporto qualità/prezzo non è ottimale, i secondi risultano un po’ alti. La pizza è decisamente ottima e la scelta ampia.

Rifugio Rosetta – per mangiare, pernottare e per le escursioni.

Informazioni utili

Funivia Sass Pordoi – a questo indirizzo trovate  info utili, prezzi e orari:

Impianti Funivia Col Verde – Rosetta

Pasticceria “Cose buone da Paolo” – Piazza Scopoli, 2 Cavalese, TN tel. 0462 340266 – per acquistare prodotti da forno e dolcezze uniche. Consiglio i biscotti al grano saraceno e marmellata di mirtilli rossi.

Prodotti tipici

  • Puzzone di Moena
  • Trote del Trentino
  • Trentingrana
  • Casolèt
  • Mela Alto Adige
  • Mela del Trentino
  • Miele trentino
  • Formaggio nostrano del Casel
  • Speck dell’Alto Adige
  • Strudel 

 

Ricetta colelgata

 Spëtzel verdi porcini e speck

 

 

0Shares

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.