
Veneto (VI) Trentino Alto Adige (TN) 95 km : Schio → Posina → Passo della Borcola → Rovereto → Eremo di San Colombano → Passo Piano delle Fugazze → Valli del Pasubio
Un percorso nell’alto vicentino tra Veneto e Trentino che vi farà conoscere luoghi poco conosciuti e affascinanti, immersi in una natura incontrastata con angoli suggestivi, come l’Eremo di San Colombano, arroccato al costone della montagna.
Il nostro viaggio inizia a Schio, da qui ci dirigiamo verso Arsero per andare a imboccare la Sp 81, che ha il compito di condurci a Posina, un piccolo borgo che sorge ai piedi del Monte Pasubio e situato nella Valle a cui conferisce il nome, la Val Posina appunto. Da qui iniziano un susseguirsi di circa 20 tornanti che ci conducono al Passo della Borcola, solcato nel suo centro dal confine tra Veneto e Trentino, a 1207 metri s.l.m. e che fa anche da divisorio naturale tra il Massiccio del Pasubio e il Monte Maggio.
Valicato il centro del Passo, la SP 81 diventa SP138 (che all’altezza di della località Piazza diviene SP 2) e ci porta direttamente a scendere in Trentino fino a Rovereto, la punta del nostro percorso.
Da Rovereto imbocchiamo la SS46 (numero che non ci ha mai delusi nei percorsi, sarà un caso…) che ci porta, con la sua serpentina di strada, con curve dolci ma non troppo, divertente e veloce.
Poco dopo aver oltrepassato Rovereto, alla nostra destra incontriamo l’Eremo di San Colombano, un vero e proprio miracolo architettonico, ancor più del Santuario di Madonna della Corona per la verità. Questo luogo di preghiera, pare essere stato abitato già dall’anno 753 d.C. e viene protetto da un tetto naturale che è il costone di roccia al quale è aggrappato, a 120 metri di altezza dal fondo dove scorre sereno il Torrente Leno.
Torrente nel quale, narra la leggenda, venissero battezzati i bambini in tempi antichi, ma che a seguito della ricezione del sacramento venivano uccisi dal drago che San Colombano uccise. Da qui, in segno di ringraziamento venne eretto l’eremo e a lui intitolato.
Proseguendo per la Sp46 attraverso una natura veramente incontaminata, tanto che non si trova neanche un miserrimo bar per un caffettino e sgranchire le ginocchia, si arriva al Passo Piano delle Fugazze. Siamo a 1163 metri s.l.m. e sempre a cavallo tra Veneto e Trentino, come oramai d’uso per questo percorso. Ed è da segnalare che nel tratto tra il Passo e l’Ossario del Pasubio, in località Bocchetta Campiglia, si diverge la mitica Strada delle 52 gallerie: una mulattiera militare costruita ai tempi della Grande Guerra, quando servì per consentire il passaggio al versante meridionale del monte Pasubio al riparo dall’artiglieria austro-ungarica. Lunga 6.555 metri, dei quali ben 2.335 sono suddivisi nelle 52 gallerie scavate nella roccia (ognuna numerata e caratterizzata da una propria denominazione), è percorribile unicamente a piedi.
Siamo quasi arrivati al termine del percorso di oggi, ci manca solamente l’Ossario del Pasubio, un monumento a forma di torre dedicato alla Madonna Immacolata secondo la volontà dei soldati italiani della Prima Armata, sopravvissuti alla Strafexpedition. La prima pietra venne posata nel 1920, e oggi ogni ultima domenica di giugno, qui ha luogo una celebrazione in memoria dei caduti in corrispondenza dell’anniversario della più sanguinosa battaglia avvenuta sul vicino massiccio, il 2 luglio 1916.
“La Prima Armata / infranto due volte / l’orgoglio nemico / balzò / dal Pasubio al Brennero / assicurando all’Italia / i suoi termini sacri”
Buona strada
Info strade
Nel lato veneto l’asfalto non è particolarmente bello, e i tornanti tra Posina e il Passo della Borcola sono abbastanza stretti, quindi prestate attenzione. Poi il manto stradale migliora, le strade si allargano abbastanza e la strada diventa particolarmente divertente.
Rifornimento di benzina: da fare a Schio o a Rovereto perchè nel percorso non sono presenti pompe di benzina.
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