Un percorso che inizia con la visita al suggestivo Santuario di Madonna della Corona, abbracciato al costone della montagna, per poi proseguire nel cuore del Parco del Monte Baldo, accanto al Lago di Garda, alla scoperta di quello che è noto come il “giardino d’Italia” per la varietà di piante e fiori presente.
Il nostro viaggio inizia in quel di Caprino Veronese, un piccolo paesino ai piedi del Monte Baldo. Da qui imbocchiamo la SP8 e iniziamo a salire velocemente di quota con curve divertenti e già in un verde rigoglioso del bosco. L’aria diventa subito più fresca e si sente presto il profumo della natura.
Obbligatoria per tutti i biker la pausa caffè al Bar La Passeggiata (dove però sconsiglio vivamente di pranzare, se non per un veloce panino). Qui ci fermiamo sempre per godere di un panorama che termina con la vista dello specchio d’acqua del Lago di Garda, che riposa tranquillo in lontananza.
Da qui proseguiamo in direzioni Spiazzi, dove, appena poco fuori dal paesino, troverete un parcheggio alla vostra destra con le indicazioni per il Santuario di Madonna della Corona. Vi consiglio di fare la discesa a piedi per godere a pieno dei suggestivi punti di sosta della Via Crucis, identificati con sculture veramente molto belle, che hanno come sfondo paesaggi bellissimi.
Ma soprattutto, con la discesa a piedi potrete assaporare lo scorcio più bello, quello finale, quello che vi lascerà a bocca aperta… una chiesa costruita sul costone della montagna…
Madonna della Corona è stata costruita nel XV secolo, quando ancora era utilizzata solo come romitaggio, ossia come luogo di dimora per gli eremiti. La prima chiesa venne inaugurata nel 1530, e dopo la visita del vescovo Gian Matteo Giberti divenne santuario nel 1625, quando i cavalieri di Malta fecero riedificare la chiesa, poi completata nel 1680.
Inizialmente noto col nome di Santa Maria di Monte Baldo, il santuario venne modificato nel corso degli anni, e nell’Anno Santo 1975 iniziarono dei lavori per la ristrutturazione della chiesa, quando venne scavata la roccia per ampliarla. La consacrazione risale al 4 giugno 1978, e il completamento della ristrutturazione venne fatto in onore della visita di Papa Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988 (nel luglio del 1982 lo stesso papa aveva elevato il santuario alla dignità di basilica minore).
Per tornare al parcheggio, vista la pendenza non indifferente e il fatto che siamo bardati da moto, quindi giusto giusto con quei 5-6 kg in più di roba addosso, scegliamo la comodissima navetta, per la quale il biglietto di fa sul posto. Da qui riprendiamo la moto per proseguire in quello che scopriremo essere un meraviglioso percorso nella natura e nella bellezza del verde più verde, passando il confine tra Veneto e Trentino. Si inizia procedendo verso Ferrara di Montebaldo, indicazione che vi fornisco in modo che eventuali navigatori non vi facciano fare altre strade meno divertenti. Sì perchè, il bello di questo tratto, non è il paesello, bensì la strada, che fa veramente divertire alla guida, con qualche potenziale sorpresa, come lo scoiattolo che ci siamo trovati in mezzo alla strada a sgranocchiare una ghianda.
Ci troviamo accanto al Lago di Garda e alla Valle dell’Adige, esattamente in quello che viene definito dai botanici il Giardino d’Italia, per la varietà di piante e fiori presente. Durante la salita l’aria diventa sempre più pulita e fresca, perchè all’apice ci troviamo a 2070 metri s.l.m.
Queste strade che percorrono il cuore della natura e della pace sono adagiate sulle pendici settentrionali del Monte Baldo, il gruppo montuoso che separa il Lago di Garda dalla Vallagarina, e ogni tratto fa vivere bellissime emozioni alla guida, sia per i panorami, sia per la particolarità della strada.
Capita anche di fare incontri molto ravvicinati con amici di grande taglia, che fortunatamente sono così tranquilli da farsi ammirare.
Dopo essere passati in punta di piedi tra le muccone che pascola con una tranquillità che abbiamo sinceramente invidiato loro, proseguiamo oltre, continuando ad ammirare le bellezze di questo panorama.
Fino ad arrivare al punto della discesa (voi potete eventualmente proseguir verso il centro abitato di Brentonico). Iniziamo a piegare la moto per seguire i divertenti tornanti, che ci portano di nuovo nel bosco, sulla strada che in alcuni tratti ruba pezzi di montagna per farsi largo.
E con quest’ultimo tratto, che ci godiamo fino all’ultimo centimetro, si conclude anche il viaggio nell’Altopiano Brentonico.
Buona strada
Info strade
L’asfalto è in generale buono, senza buche o lacerazioni pericolose. Il problema è che le strade sono abbastanza strette e in alcuni tratti le curve sono con zero visibilità, quindi bisogna prestare attenzione.
Rifornimento di benzina: da fare a valle, perchè nel percorso non sono presenti pompe di benzina.
Dove mangiare
Ci sono diversi rifugi nel percorso, sono assaggiare la cucina di montagna.
Prodotti tipici
- Polenta
- Carne bovina