Efesto – Valtellina Superiore D.O.C.G. Inferno della Casa Vinicola Pietro Nera

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Inferno è una sottosezione (termine tecnico) del Valtellina Superiore D.O.C.G. E’ un vino di grande rispetto, che rispecchia caratteristiche di buona struttura e tannicità. In nome evoca gli inferni, chiamati anche terragni, ossia le zone di cultura delle viti in Valtellina.

I vitigni: Nebbiolo – Pignola valtellinese – Rossola

Questo Valtellina Superiore D.O.C.G. Inferno viene prodotto con uve Nebbiolo (vitigno che in Valtellina viene chiamato Chiavennasca) e in minore parte da vitigni storici e autoctoni della zona, in particolare Pignola valtellinese e Rossola.

In particolare la parte di Pignola ha la funzione di fornire un’acidità bilanciata, mentre la Rossola conferisce, come suggerisce il nome stesso, un colore intenso.

Ottenuto da uve Nebbiolo, localmente denominate Chiavennasca e da uve autoctone e storiche quali Pignola e Rossola. Efesto®, Dio del fuoco, è il nome del nostro Valtellina Superiore D.O.C.G. Inferno, e fa parte della nostra produzione denominata Vini degli Dei®. Per disposizione del disciplinare di produzione del Valtellina Superiore D.O.C.G. deve invecchiare per un minimo di 24 mesi di cui almeno 12 in botti di rovere prima di essere messo in commercio. Ricadenti sul versante retico da est a ovest con esposizione a sud siti all’interno della zona di produzione del Valtellina Superiore Inferno ad un’altitudine tra i 300 e i 450 m. s.l.m. nei comuni di Montagna in Valtellina, Poggiridenti e Tresivio. Terreno franco-sabbioso, permeabile all’acqua, moderatamente profondo.

Cos’è la D.O.C.G.

E’ la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, marchio italiano che consente al consumatore di conoscere l’origine geografica di un vino. Ogni D.O.C.G. prevede un disciplinare di produzione al quale il viticoltore deve attenersi. Dal 2010 viene ricompresa nella denominazione della CE definita DOP.

Le D.O.C.G. sono riservate a vini che hanno già ottenuto il riconoscimento della D.O.C. per almeno 10 anni, e che siano inoltre riconosciuti come vini di particolare pregio relativamente alle intrinseche caratteristiche qualitative, in paragone alla media di vini analoghi per effetto di fattori naturali, umani e storici.

I vini che appartengono a questa denominazione, prima di essere commercializzati, vengono a esami preliminari sia chimico-fisici sia organolettici così da certificare il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare. L’esame organolettico viene anche ripetuto, partita per partita, nella fase dell’imbottigliamento.

Da ultimo, viene effettuato un esame sensoriale di assaggio, eseguito da un’apposita: il mancato rispetto dei requisiti in questo esame impedisce la messa in commercio con il marchio D.O.C.G.

Vinificazione, maturazione e affinamento

La vinificazione di Efesto avviene tramite fermentazione a cappello sommerso con macerazione sulle bucce per circa 10 giorni, a temperatura controllata. Successivamente si procede ad un periodo di affinamento in botti di rovere per 12 mesi e a seguire in serbatoi di acciaio inox e vasche di calcestruzzo. L’invecchiamento previsto è di un tempo medio che si aggira sui 6-7 anni.

Analisi sensoriale

Alla vista un colore rosso rubino con sfumature granato che conferisce la sensazione vellutata che ritroveremo al palato.

Al naso si percepiscono immediatamente i frutti rossi, una nota di tabacco leggera e una punta di pepe.

Al palato è immediata la morbidezza dei tannini e una nota leggermente sapida. Di buona persistenza risulta elegante, e all’assaggio si ritrovano i frutti rossi, con un poco di ossigenazione il finale delicato di violetta di montagna.

Abbinamenti

E’ un vino che sopporta tranquillamente pietanze come arrosti di carni rosse, pasta e risotti con formaggi stagionati, secondi piatti con carni bianche, magari con una base di burro o strutto, che verranno ben bilanciati dalla leggera acidità. Un ottimo abbinamento potrebbero essere anche delle costine di agnello con erbe aromatiche o con spezie come paprika dolce. Certamente ottimo per piatti a base di formaggi, anche non stagionati, e sicuramente con un buon Casera o piatti con esso preparati, come i pizzoccheri valtellinesi.

Pizzoccheri valtellinesi

Maccheroni alla chitarra con ragù bianco di maiale al tartufo

Petto di anatra arrosto farcito all’arancia e pancetta

Temperatura di servizio: 18° C

 

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