Il risotto ai funghi porcini è un primo piatto classico della cucina italiana, soprattutto nelle zone di collina e montagna, dove si possono trovare questi pregiati funghi. Il periodo per trovarli nei boschi o freschi nei negozi è da settembre in poi, ma potete utilizzare anche quelli surgelati.
Buon viaggio in cucina…
Dosi per 4 persone
Preparazione 15 minuti
Cottura 20 minuti
Difficoltà: facile
Ingredienti
- 300 gr riso Carnaroli
- 2 grossi porcini freschi (potete usare anche quelli surgelati, meglio se comprati da voi freschi)
- 1 cucchiaio di funghi porcini secchi
- 2 spicchi di aglio fresco tritato finissimo
- 1/3 bicchiere di vino bianco secco
- 5-6 mestoli di brodo vegetale caldo
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- Olio extravergine di oliva
- Burro
- Pepe bianco
- Sale
Procedimento
Mettete i funghi secchi in una ciotolina e bagnateli con acqua calda. Mentre i funghi secchi riprendono corpo, pulite i porcini con un panno umido per le cappelle e con un coltellino per il gambo, eliminando accuratamente tutti i residui di terra. Staccate i gambi dalle cappelle e tagliate a dadini i primi, e a fette le seconde.
In un padellino scaldate 2 cucchiai di olio con un pezzettino di burro e quando è ben caldo cuocetevi le fette di cappella finché saranno ben dorate e salatele.
Sciogliete in una casseruola un cucchiaio di burro, soffriggetevi l’aglio a fuoco medio e unite i gambi tagliati a dadini. Rosolate per un paio di minuti, poi unite il riso e fatelo tostare per un minuto a fiamma alta. Sfumate col vino e fate evaporare la parte alcolica, poi aggiungete il brodo un poco per volta, sino a raggiungere la cottura prevista sulla confezione (generalmente 15-17 minuti). Un minuto prima del termine di cottura del riso aggiungete il prezzemolo tritato e mescolate bene.
A cottura ultimata mantecate, giù dal fuoco, con alcuni fiocchi di burro e regolate di sale e pepe, mescolando molto bene. Impiattate completando con le fette di cappella saltate in padella.
E siamo pronti in tavola!
Note
- Cercate di non bagnare mai i porcini freschi, perché perderebbero gran parte del loro aroma.