In moto sulle quattro vette imperdibili del Piemonte

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Francia – Italia/Piemonte (CN)  329 km :  Fossano →  Vinadio → Colle della Lombarda → Colle de la Bonette → Col di Vars → Colle dell’Agnello → Fossano

Quattro vette da conquistare a cavallo della vostra moto in un sinuoso cambio di frontiere tra Italia e Francia tra le Alpi Marittime e le Alpi Cozie. Indubbiamente uno dei percorsi più affascinanti e mozzafiato da percorrere.

Ogni motociclista lo sa, ci sono strade che almeno una volta nella vita vanno percorse in moto, e quando abbiamo deciso di trascorrere le vacanze in Piemonte ho immediatamente segnato nei road book alcuni di questi. Posso garantirvi che la mattina di partenza del percorso che sto per raccontarvi non avremmo mai immaginato lo spettacolo puro che avremmo visto e che a fine giornata ci ha fatto dire “questo è in assoluto il percorso del nostro cuore” fino ad ora ovviamente, perchè poi, lo sappiamo, il gradino più alto nella scala delle meraviglie è sempre dietro l’angolo.

Partiamo da Fossano, dove abbiamo la nostra base e ci dirigiamo velocemente verso Vinadio, piccolo borgo abitato famoso per la fonte termale che qui sgorga, ma anche per l’altrettanto famosa acqua oligominerale. Da qui prendiamo, appena dopo il centro abitato, la SP 255 che subito si inerpica in tornanti a gomito per farci salire velocemente in quota e regalarci panorami in continua trasformazione: dalla lussureggiante e fiorita flora della prima parte, passando poi per boschi di larici che si diradano poi fino a lasciare il testimone a distese di erba rada e sassi, tipiche delle altitudini di un certo livello.

Dopo la prima successione di curve e tornanti passiamo per un tratto relativamente dritto, dal quale possiamo ammirare anche il Santuario di Sant’Anna di Vindadio, il più alto d’Europa, per poi inerpicarci nuovamente come caprette sul dorso della montagna, con pendenze di tutto rispetto, che vanno da un minimo del 7% a un massimo del 14%.

E dopo circa 23 chilometri di ottimo inizio, arriviamo al Colle della Lomdarda (2350 metri s.l.m.), affascinante nel suo aspetto brullo e sassoso. Da notare che fino al 1947 si poteva arrivare solo fino a 2000 metri, poi col passaggio della zona alla Francia vennero posti in essere i lavori per completare la strada.

Da qui scendiamo fino alla vicina stazione sciistica di Isola 2000, dove ci fermiamo per il pranzo. Dopo una pausa che ci ha consentito di godere del freschino dell’altitudine alla quale ci troviamo proseguiamo la discesa verso Isola , accompagnato dallo scorrere del fiume Tineé, per poi imboccare la M2205 che ci deve portare a uno dei valichi alpini a mio avviso più belli da fare, soprattutto in moto.

Siamo nelle Alpi Marittime, ma in realtà sembra di stare veramente sulla luna, ma non solo per il paesaggio, anche per la bellezza e l’immensità di ciò che vediamo. quando iniziamo a inerpicarci verso la cima della Bonette, il fiato di rompe letteralmente  per la meraviglia e lo stupore nel vedere le Alpi in tutta la loro magnificenza.

La pace, l’aria fresca, la natura incontaminata se non fosse per l’asfalto che si snoda in modo sinuoso, scomparendo alle volte dietro un angolo di montagna, ma per la maggior parte regalandoci un tratto di viaggio che rimarrà veramente indimenticabile, e che qualunque descrizione non può far comprendere.

Arriviamo poi alla Cima della Bonette 2860 metri s.l.m. e qui il panorama sembra essere infinito quanto la bellezza. Ripeto, non posso descriverlo con parole, dovete andare e viverlo. La strada gira attorno alla cima, e nel centro della curva è presente un cippo commemorativo che narra della realizzazione della strada nell’ottobre 1961 ad opera del genio militare francese per scopi difensivi. Napoleone III la insignì del nome di strada imperiale nel 1860.

Il Col del La Bonette nasconde anche una curiosità: le sue coordinate geografiche sono riportate sulla carena della Honda Transalp XL700V (modello 2008).

Dopo esserci presi il tempo necessario per godere di questa meraviglia pura, e di assaporare la fortuna per essere qui, abbiamo ripreso la moto per scendere e andare poi verso la tappa successiva, il Col di Vars. Ammetto che di questa parte non ho fatto molte foto perchè ero più impegnata a seguire il budello di asfalto che si snoda in curve che abbiamo affrontato in modo allegro… fino a raggiungere il fondo valle.

Nel tragitto per il Col di Vars godiamo di una strada immersa nel verde, che definirei scioglievole, da affrontare in serenità, godendosi ogni momento del passaggio dalle Alpi Marittime alle Alpi Cozie. Arrivati al Col di Vars, che è collocato nel dipartimento alpino dell’Alta Provenza, decidiamo di riposarci un poco con qualcosa di caldo. Anzitutto perchè la temperatura è decisamente fresca, siamo infatti a 2111 metri s.l.m., e poi perchè francamente ce lo meritiamo proprio a questo punto. E’ infatti da notare che le pendenze che qui ci hanno condotto arrivano fino al 12%, direi niente male.

Soprattutto nel tratto di discesa posso dirvi che l’asfalto sembra disegnato con pennarello e matita bianca tanto è scuro e perfetto. Questo grazie al fatto che è stato compreso nei percorsi sia del Tour de France sia del Giro d’Italia. Ma certamente lo spettacolo che i nostri occhi devono ammirare oggi non è ancora terminato, perchè manca l’ultima tappa di questo viaggio incredibile… il mitico Colle dell’Agnello. Iniziamo presto il percorso che si insinua nei costoni di montagna che accolgono il fluire del fiume Durance sulla N94.

Un fiume dalle acque irrequiete, a carattere torrentizio, che in taluni punti prendono una colorazione che sembra artificiale tanto è bella, va dall’azzurro limpido al turchese fino al verde e a toni che ricordano il viola. Non nascondo che questa parte di viaggio risulta particolare e romantica.

Mentre ci avviciniamo sempre più al punto conclusivo di questo viaggio, incrociamo alla nostra desta il Forte di Queyras, castello di edificazione medievale .

Da Queyras inizia finalmente l’arrampicata verso il Colle dell’Agnello, il Gigante delle Alpi, e mai appellativo fu dato in modo maggiormente meritato, perchè l’imponenza di questo complesso alpino è veramente indescrivibile.

Già dal XVII secolo si ha notizia di una mulattiera in terra battuta, che venne poi inaugurata come strada carrozzabile nel 1973, a seguito anche di lavori di consolidamento. Ma oltre a queste informazioni curiose, il Colle dell’Agnello è il punto migliore per l’osservazione notturna del manto stellato, che nel buio più totale offre uno spettacolo unico.

Qui arriviamo quasi al calar del sole, forse il momento migliore per le foto, ma siamo certamente stanchi perchè il percorso di oggi è stato impegnativo ed emozionante. Di certo rimarrà nei nostri occhi e nei nostri cuori per sempre.

Non potevano mancare le foto di rito, ma se state bene attenti, pendo visibilmente verso il confine italiano…

E dopo aver conquistato anche questa vetta, ritorniamo verso il campo base per riposarci e prepararci al prossimo viaggio, con gli ultimi 16 tornanti che ci aspettano con pendenze che vanno dal 9% al 15%, lungo i 25 km che costituiscono il valico da ambo i lati, accompagnati da un mare di marmotte che ci osservano incuriosite, perchè certamente non sono impaurite viste le migliaia di moto che avran visto.

Prima però, vogliamo fissare con uno scatto particolare un momento che per noi è stato veramente suggestivo: una foto di noi tre, che anche se la nostra Hornet 900 non sarà comoda, non sarà fatta per…. ma alla fine si è sempre rivelata perfetta per ogni tipo di strada, dai tornanti più stretti, alle strade più dritte, ai percorsi più complicati e impegnativi…

Buona strada

Info strade

Grande parte di questo percorso coincide con le strade utilizzate per il Tour de France, e di conseguenza sono praticamente una tavola da biliardo. In particolare la parte di discesa dalla Bonette sembra disegnata col pennarello, e il grip perfetto la rende molto divertente. Troverete pochi punti con asfalto non ottimo, come quello che si inerpica verso il Col di Vars in salita, ma siamo comunque a un buon livello.

Rifornimento di benzina: sono rarissimi, a dir poco, quindi regolatevi di conseguenza. Uno è presente a Isola, con prezzi abbastanza alti. Fate i conti con attenzione sui consumi.

Dove dormire

  • B&B Villa Laura – Fossano (CN) – in tanti anni di alberghi e B&B, il Villa Laura si aggiudica il primo posto. Non fosse altro per le colazioni luculliane a base di torte fatte in casa da Laura e di prodotti di alta qualità 100% made in Italy, non fosse altro che per la possibilità di farsi un bel bagno in piscina quando si vuole, non fosse altro per l’eleganza degli arredi e la pulizia ineccepibile. In realtà però, vi dico sinceramente, che la gentilezza e l’affetto con cui ci hanno accolti Giacomo e Laura è stata veramente la discriminante che ha fatto la differenza. Anche loro motociclisti, ma soprattutto persone eccezionali, con grande gioia di vivere e positività che ci ha fatto veramente un gran dispiacere lasciare per proseguire il nostro viaggio. Infine, la posizione è assolutamente comodissima.

 

Dove mangiare

  • Le Vieux Chalet: uno dei pochissimi (se non forse l’unico) ristorante aperto in questa zona che è stazione sciistica, e quindi vive d’inverno. I piatti sono abbondanti e cucinati bene. La prevalenza è fatta da preparazione in stile francese, e i prezzi sono lievemente più alti di quelli a cui possiamo essere abituati. Consigliato.

 

  • Per una pausa durante il percorso a base di un dolcino o di un caffè, ci sono diversi rifugi dislocati durante questo percorso, mancanti sulle cime dell’Agnello, della Bonette e della Lombarda.

 

  • Sul Colle della Lombarda trovate quasi sempre un chioschetto mobile che vende panini e bibite.

 

Informazioni

Tutti i Colli che vi ho mostrato in questo diario di viaggio sono soggetti a chiusure invernali. Generalmente le riaperture sono previste agli inizi di giugno, ma verificate sempre prima di programmare il vostro road book.

Ricetta collegata

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